Può essere la malattia una opportunità per la conoscenza di sé? Può la malattia traghettare l'essere umano oltre i limiti dello scibile, dell'io sono? Assecondarla, non dissimularla, non edulcorarla, non rifiutarla, viverla per quello che è, paradossalmente la riduce. Questo si percepisce abbia fatto il protagonista, Adelmo Zorzi, dall'inizio del suo "mondo nuovo", luogo della partenza ma anche dell'arrivo. Tra il precipitare di certezze e la ricostruzione di consapevolezze, si disvela il talento che scopre, compie, cercando, la sua guarigione. Soffrire nella capacità di rinnovarsi permette al protagonista di vivere il suo "mondo nuovo" come un altro mondo possibile. Nell'etereo vergine che incide l'istante, trova il senso del suo esistere.