Parole come frustate in faccia a chi è catturato dalla corsa al successo, moloch assoluto della società d'oggi. Un'apologià degli spiriti oziosi, gli unici che servono davvero all'umanità, i soli che hanno qualcosa da donare. Un invito a trasgredire orari, ritmi, istituzioni, strutture. Una dimostrazione che la sola felicità che ricordiamo d'aver provato ci proviene da tutte quelle volte che non ci siamo fatti illudere dalla chimera del successo, siamo insomma sfuggiti alle maglie del falso dovere. Un pamphlet profetico del peggio che sarebbe venuto. Di una sempre più straordinaria modernità.