Questa è la seconda opera in latino di Cornelio Agrippa non meno importante del celebre " De Occulta Philosophia". In questo testo l'autore tratta la più aspra confutazione della scienza umana (secondo il suo punto di vista), accentuando la prospettiva mistica e rivendicando la fondazione fideistica della conoscenza, cercando di modificare le idee di coloro che effettuano la ricerca scientifica senza l'ausilio della magia. Riproduzione del volume originale del 1531.