Fin dagli anni '50 Danilo Dolci ha saputo costruire una rete di collaboratori, intellettuali e non, che si sono interrogati in profondità sul senso del comunicare e sulle sue implicazioni sociali, politiche e quindi umane. La tesi di questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 1988, attinge proprio da questo lungo e intenso lavoro di confronto e di riflessione, e si può riassumere così: « La comunicazione di massa non esiste!». Non è un vezzo linguistico perché Dolci ne deriva che «per comunicare non basta l'iniziativa del singolo: occorre l'attivo corrispondere di un altro, di altri». Pertanto la comunicazione interpersonale è frutto di un reciproco adattamento creativo, mentre l'educazione non si riduce a trasmettere un sapere da una generazione all'altra, ma è una conversazione d'amore reciproco nella quale si scopre il potere creativo della parola. E se la creatività non si trasmette, ognuno di noi, potendola sperimentare, se ne può però arricchire. Danilo...