Nel"idiano frastuono informativo, Il Silenzio della Terra ci invita a riflettere in maniera inedita sull'urgenza di una prospettiva aborigena... Per capire un mondo stravolto da velocità e grandi menzogne e per interrogarci sulle relazioni sociali oggi possibili, e su come decolonizzare il futuro. Questo libro rallenta l'osservazione, mette a fuoco corpi e luoghi. Suggerisce il superamento della visione occidentale e coloniale in cui sono intrappolate le scienze sociali e offre elementi che ne favoriscano il ripensamento in termini di utilità, a partire da un posizionamento autocritico della sociologia rispetto alle contraddizioni del neoliberismo, contro la mercificazione della natura, della vita e dei sentimenti, contro subalternità vecchie e nuove. Imparare dalla sociologia aborigena, da chi produce saperi ai margini del mondo, significa praticare con umiltà i sentieri di una terra che le scienze sociali non vedono più, e sporcarsi di fango nella conoscenza dei luoghi...