Un invito limpido e schietto alla meditazione. Un richiamo alla propria responsabilità di esseri umani, alla necessità di risvegliarsi dal sonno della coscienza in cui si lascia scorrere la vita, scordandosi di viverla e di usarne la squisita possibilità di esistere. Questa serie di discorsi è tratta dal primo campo di meditazione tenuto da Osho sulle colline del Rajasthan, e da un altro campo di meditazione da lui tenuto a Ajol, nel Gujarat. Due delle più intime regioni dell' India: una introduzione a quei passi nel regno dell'essere che nel tempo restano eternamente gli stessi. " Il nostro sentirci superflui e appesantiti dalla vita non è dovuto al suo essere inutile: l'esistenza è appagamento senza fine, ma noi abbiamo scordato il sentiero che conduce a quel destino. Esistiamo senza avere alcun rapporto con la vita. Questo non è vivere ma aspettare di morire. E come può l'attesa della morte essere altro dalla noia? Come può portare felicità? Io voglio dirvi che esiste...