Julius Evola (1898-1974) a oltre ventanni dalla scomparsa continua ad essere ancora l'ultimo tabù della cultura italiana, che pure tanti "eretici"
- letterali, morali, ideologici
- ha generosamente accolto nel suo seno. Pittore, poeta, filosofo transidealista, metafisico della civiltà, esoterista, ermetista, orientalista, autore infine di opere di metapolitica, sessuologia e orientamenti esistenziali, apprezzato da noti specialisti italiani e stranieri, tradotto in una dozzina di lingue, per lui vale il detto nemo propheta in patria. In Italia, infatti, l'intellighenzia dominante è solita rammentarne solo certi aspetti che si ritengono negativi
- ma che non valgono per altre personalità
- al fine esclusivo di ignorarlo, squalificarlo o demonizzarlo. Ciò non impedisce affatto che la sua "visione del mondo" sia sempre più diffusa e nota. Una delle accuse più pesanti e più false è quella di essere stato il "cattivo maestro" di varie generazioni di giovani: all'inizio degli...