« Fra questi racconti
- alcuni dei quali sono.. . i più singolari e profondi che siano stati scritti in lingua italiana, e non solamente in questa lingua
- alcuni portano in scena poltrone, divani, armadi e altri mobili, in ispecie di personaggi sensibili, parlanti e operanti». Così scrive Savinio, ed è la più efficace presentazione di questo libro, matura creazione della sua migliore vena narrativa, lussureggiare di immagini in acrobatico equilibrio tra realtà e allucinazione. Così, nella Pianessa, la signorina Fufù, «vecchia zitella dal nomignolo a vapore e stantuffi», dopo essersi fatta sedurre dall'«occasione stupenda» di «un pianoforte a coda e lungo come una balena, basso sulle zampe tarchiate e tozze», ne avverte la virile presenza con profondo turbamento, salvo poi trovarsi di fronte a una clamorosa agnizione. In Casa della stupidità una statua di marmo che sostiene il balcone di un palazzo decide di «andarsene», ben contenta di provocare in tal modo il...