In ogni epoca si è parlato
- e a volte straparlato
- di amore. È sempre stato rassicurante, audace e ha sempre generato business, estasi, tragedie e attenzione. Perché? Se ne parla tanto, e se ne vuole parlare tanto, e
- diciamolo
- piace; ma siamo sicuri che esista? Una cosa è certa: un attore sa che l'amore non si può recitare. Questa parola dice tutto e niente. Un attore può trovarsi tra le mani una scena d'amore di una soap opera, di un film di Scorsese o " Romeo e Giulietta" di Shakespeare o può trovarsi a cantare " On my own" del musical " Les Miserable" o magari fra qualche anno
- non lo escluderei
- " Cupido" di Sfera Ebbasta: non esiste un solo tipo di innamoramento uguale a un altro e tutti hanno la stessa intensità se si punta l'attenzione sul sistema da cui scaturisce. Nel 2012 siamo entrati in quello che il Censis definisce Era Biomediatica. Il mondo dei nuovi media, a tanti, sta sfuggendo di mano. Abbiamo bisogno di capire che...