Andando a guardare come è tutto cominciato, quella scintilla immaginifica che si sarebbe un giorno consolidata nello Starman Tarot è scaturita nel momento in cui la figura spettrale di David Bowie è entrata nel ristorante italiano che mio padre aveva nella vecchia Old Compton Street di Londra. Avevo solo dieci anni, e giocavo spensieratamente con carta e penna: non avrei mai immaginato, in quel momento, che venti anni dopo mi sarei trovato a sedere accanto a Bowie stesso, con una matita in mano, facendo schizzi e illustrando idee per il suo nuovo album: Outside. Il concetto dello Starman Tarot è nato in quegli anni che ho passato a lavorare con Bowie sugli album Outside e Earthling. Il mazzo è come un arazzo che intreccia tipografia sperimentale, graffiti, immaginario fantascientifico, filosofia, sciamanesimo, teoria del caos, Caravaggio, frammenti decostruiti di arte punk e geometria sacra. Ogni carta è come un appassionante ecosistema narrativo completamente formato ma che...