Dire "il pianeta da salvare" significa indicare due orizzonti. Il primo concerne uno stato di deterioramento grave: effetto serra, buco dell'ozono, estinzione di specie, manipolazioni genetiche pericolose per l'ambiente e per gli uomini, impoverimento dei poveri del mondo e speculazione dei ricchi; il secondo orizzonte, che continuamente si deve intersecare con la coscienza del primo, indica che il pianeta, pur ferito, pur deteriorato, pur a rischio, può essere salvato. Se un grande male, di cui si prende coscienza, può divenire un inizio di bene, il pianeta da salvare comporta la reazione a catena di scelte virtuose che si possono compiere dal basso e l'affronto di tematiche internazionali dove acqua, aria, habitat, agricoltura, estrazione mineraria, sovranità alimentare, accesso agli strumenti sanitari, ridistribuzione del lavoro e identità culturali siano diritti dell'uomo e non merci in mano alle holding e ai governi del primo mondo. Il pianeta non è la casa dell'uomo, è...