Profondo, difficile, ermetico, sono le caratteristiche dell'inizio del quarto Vangelo, amato dagli gnostici, proprio per la sua particolare struttura ermetica e alchemica. Giovanni l'apostolo configurato con l'animale Aquila, sale sulle più alte vette e produce un prologo che va al di là delle capacità umane. Sant' Agostino e San Giovanni Crisostomo ne rimarranno folgorati, per la concentrazione del sapere riportato in soli diciotto versi. L'interpretazione ha dato e ancora dà filo da torcere ai teologi e si capisce che Giovanni volutamente scrive in maniera criptica, allegorica, ermetica e rivolta agli intellettuali. Vi sono alcuni commentatori che affermano che comprendendo il prologo si è come ispirati dalla voce del Cristo e si accede ad una conoscenza che cambia la qualità del vivere.