Roberto Bolano racconta che il primo libro di Wilcock che gli capitò di leggere
- «in giorni nei quali tutto faceva presagire solo tristezza»
- gli «restituì l'allegria, come riescono a farlo solo i capolavori della letteratura che sono al tempo stesso capolavori dello humour nero». Da allora non smise mai di raccomandare, come si raccomanda un farmaco benefico, quello che definiva «uno dei più grandi e più strani (con tutto ciò che di rivoluzionario ha in sé questa parola) scrittori di questo secolo, che nessun buon lettore deve trascurare». " Il libro dei mostri", l'ultimo di Wilcock, lo conferma: è uno dei suoi più felici e sfrenati viaggi nel fantastico, la ricognizione puntuale ed esilarante-raccapricciante di un «piccolo mondo mostruoso», dove non troveremo Sirene e Onocentauri, ma molti personaggi improbabili
- e che pure ci sembra di incontrare ogni giorno, in quella"idianità, riconoscibile come semplice maschera del caos, in cui vengono...