Il giudice è la forza che costantemente misura e definisce il nostro valore come esseri umani e in tal modo limita la nostra capacita di essere completamente vivi nel momento presente. Il giudice interiore non ci fa sentire in pace con noi stessi, con ciò che siamo e con l'esperienza nel presente: critica, valuta, giudica, paragona e commenta ogni esperienza, dentro e fuori di noi. Il giudice, il critico, la coscienza, nello Zen è chiamato il cane che abbaia. Freud lo chiama il superego. Il superego è l'introiezione dei genitori, i loro standard di comportamento, divieti e speranze, i loro valori. La funzione principale del giudice è di garantire la nostra sopravvivenza mantenendo lo status quo, fissando costantemente limiti all'esperienza che fa rispettare attraverso il senso di colpa, la vergogna, l'autopunizione. Finché il giudice domina la nostra psiche e i comportamenti"idiani, esso impedisce la consapevolezza diretta e immediata di ciò che è, ciò che è...