Ryszard Kapuscinski si cala nel continente africano e se ne lascia sommergere, rifuggendo tappe obbligate, stereotipi e luoghi comuni. Va ad abitare nelle case dei sobborghi più poveri, brulicanti di scarafaggi e schiacciate dal caldo, si ammala di malaria cerebrale; rischia la morte per mano di un guerriero. Kapuscinski non perde mai lo sguardo lucido e penetrante del reporter e non rinuncia all'affabulazione del grande narratore. " Questo libro non parla dell' Africa, ma di alcune persone che vi abitano e che vi ho incontrato, del tempo che abbiamo trascorso insieme. L' Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere. É un oceano, un pianeta a sè stante, un cosmo vario e ricchissimo. É solo per semplicare e per pura comodità che lo chiamano Africa. A parte la sua denominazione geografica, in realtà l' Africa non esiste." La narrazione, etica e ammaliante, di un grande reporter che ha il coraggio di vivere il suo mestiere come nomadismo e redenzione.