Un "microbo" a cui fu strappato di mano il suo primo "aquilone", quando non sapeva ancora balbettare la parola "mamma", ci racconta la sua storia con la speranza che i lettori possano acquisire, mano a mano, il coraggio necessario per affrontare la vita con la soddisfazione di sentirsi realizzati. "È dando che si riceve" ci dice, mentre si affanna per scoprire almeno un "perché" delle cose più inspiegabili, visto che per lui non esistono errori imperdonabili, ma da comprendere; infatti lo stesso gigante, costretto a stanarsi dopo un mite assedio, ci rivela improvvisamente la sua fragilità e umanità.